L’Unione Europea ha ben chiaro il traguardo da raggiungere entro il 2030: ridurre le emissioni di CO2 del 55%. Italia Solare e Coordinamento FREE, in base alle analisi condotte, forniscono un quadro della situazione. Per ottenere risultati concreti, la potenza installata attualmente di 31GW, deve passare oltre i 50 GW. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità è necessario accelerare la transizione energetica con il fotovoltaico industriale.
Un impianto fotovoltaico industriale è normalmente di potenza superiore ai 100 kWp e rappresenta un enorme beneficio per la propria azienda sotto diversi aspetti:
- Produrre energia dal sole, significa rispettare appieno l’ambiente.
- L’autoconsumo consente di risparmiare e ottenere l’indipendenza energetica.
- Il valore di un immobile aumenta grazie al fotovoltaico.
- La durata media di un impianto è di 25 anni, sinonimo di affidabilità.
Il vicepresidente di Italia Solare è convinto che sia imprescindibile concepire la costruzione di impianti più potenti, cercando di installare almeno 5-6 GW ogni anno, nella speranza di centrare gli obiettivi in tempo.
Fino ad oggi la media annuale italiana è stata di:
- 385 MWp, periodo compreso tra il 2013 e il 2018
- 757 MWpnel 2019
- 625 MWpnel 2020
Tuttavia paragonando la capacità installata nel nostro paese rispetto a quella di altre nazioni europee, vediamo che l’Italia si posiziona decisamente in fondo alla classifica determinando una potenza installata minima. La Germania ha raggiunto una capacità 6 volte superiore, i Paesi Bassi tre volte superiore a quella dell’Italia nonostante abbiano la popolazione inferiore, ma anche Francia, Ucraina e Turchia mantengono ottimi risultati.
La Germania ha saputo sfruttare il proprio potenziale al meglio, creando una struttura solida e ben organizzata che favorisse uno sviluppo equo del fotovoltaico in tutti i suoi ambiti, dal domestico, industriale fino ai grandi impianti. L’Italia, al contrario, ha dimostrato molta più confusione, promuovendo poche iniziative slegate tra loro senza seguire una linea d’azione coerente.
Il ramo del fotovoltaico industriale copre il 57% dell’intero settore a livello nazionale. Fotovoltaico domestico e autoconsumo industriale, hanno contribuito maggiormente, negli ultimi anni, a sostenere il settore. Nonostante ciò, lo sviluppo positivo di questo binomio, è stato rallentato in Italia a causa della presenza di procedimenti autorizzativi troppo lunghi e complicati, incentivi limitati o addirittura inesistenti, in particolare per quanto riguarda sistemi di accumulo e impianti agrovoltaici. Dall’altra parte, le ultime novità apportate al Superbonus 110% e il nuovo DL Semplificazioni Bis, hanno dato una spinta vantaggiosa al mercato, snellendo grande parte della burocrazia.
Quali sono le linee d’azione da seguire? Innanzitutto c’è la necessità di intervenire singolarmente, attraverso l’erogazione di incentivi su misura per grandi e piccoli progetti fotovoltaici, semplificare il più possibile le procedure autorizzative, selezionare aree idonee per la costruzione di nuovi impianti, proporre nuove strategie, insistere sulla promozione di sistemi di accumulo per conferire agli impianti la possibilità di massimizzare la loro potenza oltre a promuovere comunità energetiche e autoconsumo collettivo. La produzione energetica decentrata delle comunità energetiche permette ai singoli individui, imprese e organismi, di collaborare per minimizzare consumi e impatto ambientale attraverso l’impiego di tecnologie in grado di intensificare il processo di transizione energetica. L’Assessore all’Ambiente e Clima della Lombardia, ha calcolato, in merito alle comunità energetiche lombarde, che la fondazione di 6000 comunità energetiche potrebbe incrementare la capacità elettrica annuale di 1300 MW.
L’autoconsumo è fondamentale non solo per i vantaggi che offre, risparmio e zero emissioni, ma anche per combattere forme di povertà energetica, agevolando i cittadini appartenenti alle comunità, che possono usufruire delle agevolazioni economiche del sistema.
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