Ci risiamo, la quotazione delle materie prime ha subito un nuovo rialzo. Su scala internazionale, i protagonisti di questa impennata di prezzo in riferimento a gas, petrolio e metano, si relazionano alla notevole ripresa dei consumi energetici e alla variazione degli investimenti per la produzione di energie fossili.  Nuova stangata in bolletta: elettricità +9,9% gas +15.3%. E le rinnovabili?

Se sul mercato europeo le quotazioni delle principali materie prime sono aumentate, anche l’Italia, di riflesso, ha subito un contraccolpo tale da indurre il governo a intervenire con il decreto taglia bollette al fine di evitare un effetto boomerang sfavorente. Grazie al decreto infatti, si sono destinati 1.2 miliardi di euro per la riduzione degli oneri generali, inclusi gli incentivi delle rinnovabili e di promozione dell’efficienza energetica, oltre ai costi dei servizi di vendita.

L’obiettivo raggiunto nel mese di luglio, ha di fatto contenuto il rincaro al 9% e al 15.3% contro una previsione di aumento commisurata al 12% e 21% se non si fosse attuato il decreto d’intervento.

Le stime però prevedono che nonostante le rinnovabili siano sempre più disponibili e meno costose, le bollette, nel medio periodo, non saranno ridimensionate rispetto al prezzo. Secondo gli economisti, le analisi devono essere fatte su un quadro più ampio dove includere l’inflazione che da un 1,3% potrebbe toccare il 2% nel prossimo trimestre.

I criteri penalizzanti sono riconducibili anche al rincaro delle materie plastiche, dei carburanti e delle materie prime edili che coinvolgono la filiera delle imprese interessate nelle operazioni di partecipazione al Superbonus. Per il gas, la contestualizzazione di aumento è sempre riconducibile al prezzo della CO2 ancora in salita oltre alle variabili influenzate dalle politiche di contenimento delle emissioni.

Nonostante gli esperti ritengano che le rinnovabili abbiano un ruolo determinante nell’attenuare i prezzi all’ingrosso, ci si chiede come mai i coefficienti di compensazione dei costi di approvvigionamento siano in crescita.

Si sente argomentare spesso di mancato rinnovamento degli impianti, di complicanze nel mercato del dispacciamento, del posizionamento sempre più centrale delle fonti rinnovabili ma non ancora sostenute quanto necessario per bilanciare lo scambio con le vecchie fonti di approvvigionamento.

A fronte di questa situazione sostanzialmente dinamica e instabile, anche il mese di luglio 2021 (come aprile, maggio, giugno) è stato siglato dalla proroga dello sconto bolletta per le piccole imprese prevista dal  Decreto-legge Sostegni bis verso utenze non domestiche in bassa tensione. Ne stanno usufruendo circa 3,7 milioni di utenti.

Senz’altro, apparteniamo al periodo storico di trasformazione energetica. Ogni fattore sembra influenzare in modo esponenziale andamenti e parametri. È un dato di fatto che la ripresa dopo il periodo più critico della pandemia e le nuove politiche per arrivare a disinvestire sui combustibili fossili, comportino una diminuzione dell’offerta nonostante la domanda abbia ripreso appieno la sua ascesa.

Di contro, occorre potenziare di pari passo la disponibilità delle fonti rinnovabili per agevolare la sostituzione d’impiego alle precedenti. Nel frattempo, quello a cui auspicano le associazioni italiane nella fase di intermezzo, è arrivare a ottenere anche una riduzione definitiva degli oneri di sistema attraverso una regolamentazione che consenta di ridurre definitivamente l’importo in bolletta.

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